Drive
La Seat Mii Electric offre una buona posizione di guida. Il volante non è regolabile in profondità ma chiunque può trovare una sistemazione soddisfacente grazie all’ampia escursione del sedile e alla giusta conformazione della pedaliera. Anche i due passeggeri posteriori non hanno di che lamentarsi: la Mii – come le sue sorelle del Gruppo VW – è una tra le piccole più accoglienti in circolazione e ha pure un pratico bagagliaio, con una capacità che va dai 251 ai 923 litri.
GIROTONDO
Una volta in movimento, il primo sorriso lo regala il ridotto diametro di sterzata: al di là dei 9,8 metri dichiarati, la Mii Electric si lascia manovrare a meraviglia anche negli spazi più angusti. Con il salire della velocità, poi, dà una piacevole idea di consistenza. L’aumento di peso di circa tre quintali dovuto all’arrivo delle batterie non ha effetti collaterali, complice il lavoro di fino fatto dai tecnici sull’assetto. Il risultato è che questa Seat appare ben piantata sulla strada e quando si forza il passo allarga le traiettorie in modo limitato e prevedibile. Riportarla sulla retta via è un gioco da ragazzi ed è un bene che sia così non solo per modo di dire, visto che questa versione può essere guidata anche dai neopatentati.
VENTO IN POPPA
La Seat Mii Electric ha spunti brillanti e si comporta molto bene in rallentamento, cosa affatto scontata. Il pilota ha a disposizione tre modalità di guida: normale, Eco ed Eco +. La seconda addolcisce l’erogazione per ridurre il consumo di energia e la terza accentua ancor di più la cosa, rendendo però le risposte all’acceleratore più flemmatiche. Con la leva del cambio si può invece modulare la frenata rigenerativa, che diventa massima selezionando la B di Brake al posto della D di Drive. Chi guida può poi scegliere anche tra tre livelli di freno motore durante i rallentamenti muovendo la leva di lato. Con la funzione 3 la decelerazione è più forte, mentre con la 1 l’auto veleggia, coprendo tanta strada in rilascio. La prova è stata troppo rapida per capire quale soluzione paghi di più alla lunga ma è bastata per capire come l’autonomia dichiarata sia realistica.