Equilibrio sulla carta e, soprattutto, al volante
Ok, direte voi: ma quali vantaggi offre questa architettura nella vita di tutti i giorni? La prima risposta che mi viene da darvi è la seguente: provare per credere. Provare come le auto della Casa giapponese riescano a coniugare assetto morbido – e, nel caso della Outback, pure rialzato – e contenimento del rollio. Detto in parole più semplici, l’assorbimento delle asperità è superiore alla media (non solo delle station di pari dimensioni ma in assoluto, fra tutte le auto moderne) eppure in curva non si “dondola”.Un equilibrio che magari non si riesce ad apprezzare immediatamente, se non si è dotati di una buona sensibilità, ma che emerge in tutta evidenza quando si torna su auto “tradizionali”. Difficilmente, infatti, si trovano altre auto così confortevoli sulle buche – anche le più secche – e così tanto “piatte” fra le curve. Sia chiaro, la Outback è tutto tranne che una sportiva, ma non solo i limiti di tenuta sono molto alti, ma anche le reazioni in fase di rilascio sono sempre molto composte; lo dimostra l’ESP, chiamato in causa solo di rado, persino quando si esagera.