Come se la cava sullo sterrato
Dopo la Ignis 2WD, manuale e automatica, è il turno della 4WD. Innanzitutto, è giusto far notare che l’aggravio di peso causato dalla trazione integrale (50 kg) non “mortifica” la risposta in ripresa, che si conferma di buon livello.Ma è questo, soprattutto, il momento per rispondere alla domanda iniziale. Beh, lo sterrato di prova non era certo di quelli impossibili, ma presentava comunque alcune irregolarità evidenti del terreno e un fondo a bassa aderenza, complice anche la pioggia battente. Beh, la risposta è sì, la Ignis si può considerare eccome un SUV, seppur piccolo. Primo, perché grazie ad angoli di attacco, dosso e uscita di 18,8° – 18,9° – 39,9° è difficile trovare qualcosa che possa fermarla. Secondo, perché in caso di perdita di aderenza delle ruote anteriori, il giunto viscoso invia coppia a quelle posteriori. Terzo, perché la robustezza dell’auto non dà mai l’impressione che si stia esagerando.La Ignis è ben costruita, è solida, infonde parecchia sicurezza. Quarto, perché ormai il concetto di Sport Utility si applica da auto disponibili solo a trazione anteriore e decisamente meno capaci in termini di angoli caratteristici. Il che, anche nella semplice guida cittadina, può fare la differenza. Per esempio, quando si deve scavalcare un cordolo per parcheggiare l’auto (in modo, questo è ovvio, come spesso accade, per esempio, a Milano).
Ancora più SUV nel look
Più “matura” dentro
Coppia più in basso
Un CVT che supera i preconcetti
E quando l’asfalto finisce…
Prezzi da 16.500 a 19.250 euro