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Avevo diciassette anni quando Suzuki stupì tutti con le linee futuristiche di quella che è considerata la prima, vera, Katana. Si chiamava GSX1100S, era basata su motore e telaio della GSX1100E del ’79 e, nonostante le sue prestazioni mettessero tutti d’accordo (231,5 km/h e 0-400 m in 11,2″), fu il suo vestito sopra le righe a dividere. Fra le due contrapposte fazioni io appartenevo ovviamente ai “Katanisti”: non era bella, ma sconvolgente e io ho sempre apprezzato chi osa e canta fuori dal coro, soprattutto se il risultato ha spessore.
KATANA, SPADA E MATITA
Se il progetto della prima Katana fu affidato allo studio tedesco Target Design e a disegnarla fu Hans Arthur Muth, la matita da cui è nata quella di oggi è italiana e a tenerla fra le dita è Rodolfo Frascoli.
Già cinque anni fa, nella sua testa, ronzava questa idea: “Dopo il revival delle moto Anni 60 stavano arrivando, in progressione quelle degli Anni 70 e 80. Ho capito che era il momento giusto per proporla. In più ho sempre pensato che il nome Katana fosse un brand molto potente, che avrebbe potuto funzionare benissimo di questi tempi“.