IL PASSATO REINTERPRETATO
Quando comparve, la Katana fece diventare obsolete tutte le sportive dell’epoca, anticipando di almeno dieci anni i volumi e le linee delle moto sportive. Portava in dote un’innovazione che avrebbe fatto scuola: il pilota non era più seduto sopra la moto, ma dentro…
Disegnate d’istinto le linee della parte superiore, del serbatoio e della “sciabolata” laterale, Frascoli si è concentrato sulla complicata parte centrale e, infine, la sezione posteriore, zona che ha meno legami con la vecchia GSX1100S, trasportando nel codino gli stilemi della carenatura e del serbatoio.Quella di Suzuki
non è stata una “operazione nostalgia” e la nuova Katana tutto è tranne un modello vintage; al contrario, si tratta di una profonda reinterpretazione del passato, in
una moto molto moderna.
UNA BUONA BASE
La nuova Katana è stata sviluppata partendo dalla
GSX-S1000, modello scelto per le qualità del telaio, con proprietà dinamiche ottimali per una moto da guidare ogni giorno e per le prestazioni del motore, potente ma umano, per divertirsi senza troppa fatica. Se della nuda mantiene la misura dell’interasse (1.460 mm), se ne discosta per la sella più alta di 15 mm e il manubrio più largo di 35 mm, con una
ergonomia studiata in ottica comfort.Il motore è ricco di carattere, per ricreare le sensazioni che la prima Katana era capace di regalare, ma
i suoi quasi 150 cv sono stati un po’ addolciti nell’erogazione per essere sempre godibili. La raffinata ciclistica è completata da
sospensioni Kayaba completamente regolabili e impianto frenante con
doppia pinza Brembo radiale all’anteriore. Vista da dietro, si apprezza il gommone da 190, che prende tutta la scena.Le colorazioni suono due, il simbolico
Metallic Mystic Silver e un moderno nero lucido.
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