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VW Passat 2.0 TDI Evo DSGla Regina si rifà il trucco

Un leggero lifting e alcuni aggiornamenti agli ADAS e all'infotainment, per la station più longeva del mercato. Arriva anche una nuova motorizzazione.

RIDE

CINQUE È MEGLIO DI QUATTRO

Personalmente, sono uno di quelli che negli Anni 80 si è convinto di non poter vivere senza sedere al volante di una station wagon. Dopo una Golf e un paio di Fiesta ho finalmente dato senso alla mia esistenza: dapprima una Volvo 240 (un must per i windsurfisti), poi una Ford Escort (per la mountain bike e lo snowboard, poteva bastare), infine la fissa del monovolume e l’arrivo di un fantastico Chrysler Voyager seconda serie. Ci si poteva cambiare in pedi, senza contorcimenti sui sedili, le bici ci stavano senza smontare la ruota anteriore, ci potevo portare tre amici e stipare tutta l’attrezzatura, senza attaccare nulla sul tetto… Beh, la Passat pur essendo sempre stata nei miei pensieri, non è mai entrata a far parte della mia vita. Ma solo per questioni di sliding doors, che non si sono mai aperte al momento giusto. Anche per questo motivo, provare l’evoluzione ultima della station tedesca ha avuto un risvolto anche romantico.

PIÙ SPAZIO AL TUO TEMPO

Il claim partorito da Volkswagen è di oggi, ma racchiude il motivo per cui, venticinque anni fa, le station wagon hanno conquistato un’ampia fetta di automobilisti, composta per lo più da persone che conducevano una vita attiva, anche un po’ anticonformiste e in cerca di spazi misurabili non solo in litri. Per questi ultimi, la Passat ne offre in abbondanza. Sia per chi siede a bordo, sia per tutto ciò che si vuole caricare dietro: da 639 litri a 1.769 litri con il divano abbattuto.Si tratta di uno spazio peraltro di qualità, grazie ai materiali che arredano l’abitacolo, all’accuratezza delle finiture e al comfort offerto dai sedili.

VIAGGIARE IN PRIMA

“Prima” nel senso di prima classe. Sì, perché dentro la Passat si viaggia alla grande, comodi e nel silenzio. Tutto è a portata di mano, i comandi sono nel posto giusto, gestire le tante funzioni è intuitivo e semplice. Il nuovo Digital Cockpit, oltre a dare quel tocco di moderna tecnologia a cui ci stiamo sempre più abituando (e della quale esigiamo sempre più la presenza), è chiaro e completo, senza cadere nella pacchiana ridondanza di cui peccano altre soluzioni.

DOPPIO GUSTO

Il 90% delle Passat immatricolate sono Variant con allestimento Business e finiscono nelle flotte aziendali. Del 10% che è invece parcheggiato nei garage privati, la quasi totalità è rappresentata da Alltrack. Questo è il motivo per cui ho voluto provarle entrambe e la prima, naturalmente, in versione motorizzata con il nuovo 2.0 TDI Evo. Il comportamento su strada è all’altezza delle apparenze: bella da ferma, bella in movimento. La Passat si guida bene. Il nuovo motore ha prestazioni soddisfacenti e lavora molto bene in coppia con l’eccellente cambio DSG (rapido, dolce e preciso). È questa, a mio avviso, la scelta migliore fra le varie opzioni, anche se i 50 cv e 60 Nm in più offerti dalla Alltrack danno una certa soddisfazione… Inoltre, nel trasferimento in autostrada fra Verona e Rovereto ho avuto modo di apprezzare il nuovo ACC predittivo, che permette di guidare senza quasi usare i piedi. Eccellente anche il comportamento dinamico, che evidenza una buona neutralità, anche se le situazioni previste dall’itinerario non hanno permesso di apprezzare fino in fondo le doti della Passat e le differenze fra le due trazioni. Qualche chilometro di strada di montagna mi sarebbe piaciuto metterlo sotto le ruote, anche perché se ne guidassi una è lì che passerei la maggior parte del tempo. Sono convinto però che sorprese non ce ne sarebbero e la Passat si rivelerebbe efficace anche alla frusta: telaio, sterzo e sospensioni trasmettono da subito sensazioni di controllo e feeling.E la morale? La morale è che questa prova ha confermato le mie convinzioni: cinque è il numero perfetto, “Station batte resto del mondo 3 a 0“, la Regina non sia sul trono per caso.

 

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