Le entry level si elettrificano
Questa volta BMW ha scelto il quattro cilindri 2 litri turbo-benzina, già utilizzato per numerosi modelli. Nonostante questo motore possa essere spinto fino a 225 kW di potenza (305 CV ) – grazie a nuovi pistoni, cuscinetti ed albero a camme rinforzato – le nuove BMW 320e e BMW 520e sono dotate di una meno aggressiva variante da 165 CV; con “l’aiutino elettrico” si arriva a 207 cavalli totali. Un una riduzione di potenza che alleggerisce il prezzo finale – di cui daremo dettagli a fine articolo – e rende più accessibili Serie 3 e Serie 5 in versione elettrificata.
Un alleggerimento che va a favore anche dell’ambiente. Sì perché come abbiamo già scritto per le elettriche, anche le ibride plug-in troppo spesso hanno livelli di potenza “inutilmente” alti. Un conto è una supercar che si fa aiutare dall’elettrico per raggiungere un certo livello di potenza. Un altro è una berlina o una wagon come appunto Serie 3 e Serie 5 (e a maggior ragione un SUV compatto): servono davvero 300/400 cavalli? Ok, molti di questi CV arrivano dall’elettrico (quindi con emissioni zero, allo scarico), ma l’energia che serve ad alimentarli non è mai regalata. Se anche derivasse da fonti rinnovabili, non si vede perché debba andare sprecata per accelerare in tempi da dragster un oggetto destinato al trasporto famiglie pesante minimo 2 tonnellate.
Tornando alle nuove BMW 320e e 520e, sono dotate di batterie da 12 kWh in grado fornire un’autonomia di circa 50-60 km in base alla configurazione di carrozzeria scelta (berlina o Touring). L’accoppiata vincente con il motore elettrico da 30 kW abbassa notevolmente i consumi di carburante di queste tedesche portandoli a meno di 2 litri ogni 100 km (dichiarati dalla casa con ciclo combinato WLTP). Tutte e cinque le varianti hanno emissioni di CO2 sotto i 50 g/km.