Non si possono pretendere miracoli
Negli ultimi 10 anni, Dacia ha fatto tantissimi passi in avanti. Uno dei più grandi e significativi l’ha compiuto proprio nel passaggio dalla prima alla seconda generazione di Duster. Più tecnologica, molto più curata nei materiali e nelle finiture, per non dire dell’ergonomia: decisamente più a misura d’uomo. Detto questo, parliamo pur sempre di un SUV lungo 4,34 metri venduto a prezzi compresi fra 12.600 e 21.450 euro. Insomma: non si possono pretendere miracoli. Prima di tutto dal punto di vista delle prestazioni: i 100 cv e i 160 Nm del 3 cilindri 1.0 assicurano un certo brio, ma la brillantezza è un’altra cosa, anche perché il cambio è a 5 marce e, di conseguenza, i rapporti sono molto distanziati.
Secondo perché le vibrazioni del 3 cilindri di sentono in modo abbastanza netto, sicuramente superiore rispetto a quanto accade, per esempio, sulla Renault Clio (a parità di motore). Un segnale evidente, questo, del legittimo risparmio messo in atto da Dacia in termini di isolamento meccanico. Nulla da dire invece sull’assorbimento delle sospensioni, irreprensibile anche sulle asperità più secche, grazie anche alla spalla alta dei pneumatici.
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