LIVE Bravi, bis
Dopo tanti anni di assenza, la Insignia GSi riporta nel listino Opel la gloriosa sigla GSi. Questo allestimento sportivo si colloca idealmente a metà strada tra quelli tutti casa-e-lavoro della gamma attuale e la vecchia OPC da sparo, senza perdere mai di vista l’efficienza e i consumi. La Insignia GSi si può ordinare in abbinamento a due carrozzerie, berlina Grand Sport e familiare Sports Tourer, entrambe declinabili con due motori da due litri. Da una parte c’è un benzina turbo da 260 cv e dall’altra un Diesel biturbo da 210 cv, sempre accoppiati alla trazione integrale e al cambio automatico a otto rapporti. Per la tre volumi a gasolio i prezzi partono da 43.550 euro, per la station wagon occorre sempre spendere 1.000 euro in più e il sovrapprezzo per la variante a benzina è di 1.300 euro.
SENZA ECCESSI
La Opel Insignia GSi mostra il suo carattere in tanti dettagli ma mantiene una certa sobrietà. A distinguerla è prima di tutto il fascione anteriore, con grandi prese d’aria sottolineate dal bordo cromato. Il kit aerodinamico si completa poi con sobrie minigonne, uno spoiler sulla coda e un paraurti posteriore da cui spuntano scarichi a loro volta cromati. I cerchi di serie sono da 18” ma varrebbe la pena di puntare su quelli a richiesta da 20 pollici, che calzano pneumatici Michelin Sport 4 S nella misura 245/35. Alle spalle delle razze fanno capolino dischi freno da 345 mm, lavorati da pinze Brembo a quattro pistoncini, una vera chicca.
Come un cobra
Un altro optional che merita un pensierino sono i sedili sportivi con poggiatesta integrato certificati AGR, un ente autonomo tedesco. Ispirati nel disegno a un cobra pronto all’attacco, sono climatizzati e regolabili elettricamente in mille modi per assicurare la postura ottimale e fasciare bene busto e gambe, lasciando comunque una buona libertà di movimento. Altri dettagli esclusivi sono il volante con la corona appiattita nella parte bassa e la pedaliera in metallo, che danno un aria più grintosa a un abitacolo arredato con sobrietà e buon gusto.
QUESTIONI DI COPPIA
Non si vedono a occhio nudo ma fanno invece una gran differenza su strada altri due fiori all’occhiello della Insignia GSi, come il telaio FlexRide e la trazione integrale permanente. Il primo conta su un assetto sportivo a regolazione elettronica, ribassato di 10 mm e con taratura specifica. La seconda ha uno schema molto raffinato, con due frizioni a supporto del differenziale posteriore, per garantire una motricità eccezionale, con una precisa ripartizione della coppia anche tra le ruote posteriori grazie al sistema Torque Vectoring.
Hi-Tech
A vigilare sulla dinamica della Insignia GSi c’è inoltre un controllo elettronica della stabilità dotato di una funzione sportiva chiamata Competitive, che disattiva il controllo della trazione e permette al pilota di giocare con le perdite di aderenza, intervenendo solo quando ci si fa prendere troppo la mano. La tecnologia più moderna di Casa Opel di ritrova anche nei fari IntelliLux LED matrix, con 32 moduli capaci di illuminare la strada in modo mirato fino a 400 metri di distanza, e nel sistema d’infotaiment IntelliLink 900, che consente la connessione agli smartphone ed è integrato dal navigatore e dal sistema di assistenza remota Opel OnStar. Sono loro i pezzi forti di una dotazione di serie molto completa, all’altezza della concorrenza premium.
DRIVE
Mettetevi comodi
I sedili sportivi ortopedici opzionali sono una tentazione cui è il caso di cedere. Con la loro presenza danno un aspetto pistaiolo all’abitacolo e permettono al pilota di cucirsi il posto di guida praticamente su misura, anche allargando e stringendo i cuscini ai lati dello schienale, con eventuale funzione di massaggio. Ottima è anche la situazione per i passeggeri posteriori, al pari della capacità del bagagliaio. Per la Insignia berlina il volume utile va dai 490 ai 1.450 litri, mentre per la familiare sale tra i 560 e i 1.665, con una lunghezza massima del piano di carico che supera i due metri.
La slalomista
Al volante ci si trova perfettamente a proprio agio, una sensazione che non viene meno anche quando ci si mette in movimento: la lunghezza della carrozzeria (491 cm per la Grand Sport e cinque metri esatti per la Sports Tourer) rappresenta infatti un problema relativo in manovra, grazie a sensori di parcheggio e telecamere. Con il salire della velocità, emerge presto quello che è il maggior pregio della Insignia GSi: una tenuta di strada eccellente, abbinata a una grande incisività nei cambi di direzione. Tra i birilli di messi da Opel sulla pista di prova Michelin di Fontange, in Francia, l’ammiraglia di Rüsselsheim si è mossa come una slalomista provetta, tanto nella serpentina stretta quanto in quella più veloce. Con i cerchi da 20 pollici risponde in modo istantaneo ai comandi dello sterzo, non allargando la traiettoria neppure negli inserimenti bruschi. Se l’avantreno è chirurgico, il retrotreno non è da meno e segue la linea senza sbavature. Su asfalto asciutto il limite di aderenza è molto elevato mentre sul bagnato, dopo aver disinserito il controllo della trazione e attivato la funzione Competitive, ci si può anche divertire un po’ a innescare qualche scodata, avendo un buon controllo.
Un ottimo compromesso
La Insignia GSi non è comunque una vera racer e potrei aggiungere per fortuna, perché su strada – ed è la cosa più importante – sa dimostrarsi anche un’ottima passista, comoda e sicura. A seconda dello stile di guida che si vuole adottare si possono scegliere tre modalità di guida: Comfort, Normal e Sport, che regolano in un colpo solo tutta l’elettronica di bordo, dall’assetto alla risposta del motore all’acceleratore, passando per lo sterzo e la trasmissione. Salvo qualche ingerenza di troppo da parte della centralina nell’inserimento manuale delle marce nella guida al limite, l’Insignia GSi si dimostra capace di cambiare pelle in un amen. E’ pronta a macinare chilometri in corsia di sorpasso come a pennellare le curve, come quelle splendide che si sviluppano attraverso il Parc Natural des Alpilles, nell’entroterra di Marsiglia, altro scenario del lancio stampa.
Una scelta scontata
Tra i due motori, quello da preferire è chiaramente il Diesel biturbo CDTi da 210 cv e con 480 Nm di coppia a soli 1.500 giri. Proprio la sua generosità ai bassi permette di avere risposte immediate a ogni affondo del piede destro, con la chiara sensazione di avere sempre una buona riserva di potenza. I suoi consumi reali sono superiori di un 20% ai 7 litri dichiarati per 100 km ma non sono da disprezzare per un’auto di questa mole, che scatta da 0 a 100 in 7,9 secondi. Il Italia ha invece poco senso puntare sul due litri turbo benzina che, con i suoi 260 cv, finisce nel mirino del Fisco e paga il superbollo. È un peccato, perché con una coppia di 400 Nm costanti tra i 2.500 e i 4.000 giri e ottime doti di allungo questo motore se la cava alla grande in tutte le situazioni, placando anche qualche prurito sportivo, con un crono di 7,2 secondi nello 0-100.