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Prova Citroën DS4 2.0 Hdi

Un po’ SUV e un po’ coupé, la DS4 interpreta il segmento C con grande personalità. Linea originale ma non solo: la guida sorprende per precisione e il motore spinge forte, consumando poco. Classificarla è difficile, guidarla è un piacere

La vedi e fai un po’ fatica a classificarla. Ha la faccia da SUV, la carrozzeria alta, tanto spazio tra parafanghi e ruote, come le fuoristrada. Però la linea è da coupé: il tetto che spiove, il lunotto compatto e le porte posteriori piccole. La DS4 appartiene alla nuova gamma  DS con cui Citroën ha voluto creare qualcosa di nuovo. E se per la DS3 individuare il target di riferimento è stato piuttosto semplice, per DS4 e ancor più DS5 lo è molto meno. In fondo, però, è nell’anima di Citroën costruire auto come le DS. Andiamo indietro nel tempo e pensiamo al mitico “Squalo” (la DS originale), alla CX, alla 2CV: insomma, sono le Citroën “normali” l’eccezione, non quelle fuori dagli schemi.LIVEDetto ciò, la DS4 mi è sempre piaciuta esteticamente: ha una linea non banale, complessa, aggressiva, originale anche nella porta posteriore – il cui cristallo è fisso e non scende – che una volta chiusa “scompare”, utilizzando una soluzione già vista su alcuni modelli Alfa Romeo come la 147. In questo particolare, nel piccolo lunotto posteriore e nell’accesso ai posti posteriori meno comodo di altre auto dello stesso segmento si evidenzia il lato coupé della DS4. Però entri e la posizione di guida è rialzata quel tanto che basta – circa trenta di millimetri – rispetto alla C4, che si può considerare la sorella “borghese” dell’eccentrica DS4; hai una miglior visione della strada e anche del cielo, perché il parabrezza panoramico si allunga fin sopra la testa, inondando di luce l’abitacolo. Troppo? No problem: i supporti delle alette parasole all’occorrenza scorrono, oscurando in parte il grande parabrezza.All’interno la DS4 non è meno originale che all’esterno. La prima cosa che salta all’occhio sono i rivestimenti dei sedili, discretamente avvolgenti e sportivi, in pelle come nell’auto in prova: sono curati e imitano nel disegno il cinturino Rolex Jubilee. La consolle in realtà è molto simile a quella della C4, con tre strumenti circolari di cui quello centrale multifunzione; il piccolo display al centro dell’orologio può fornire diverse informazioni.L’unico appunto è all’illuminazione un po’ fioca: si può passare dal bianco al blu ma in ogni regolazione la luminosità ci è sembrata troppo bassa; lo strumento di sinistra ospita contagiri e “suggeritore” del cambio marcia. Classico, ormai, il volante/console con tutti i comandi per l’impianto di infotainment, computer di bordo e navigatore, così come in comune con le altre Citroën è il grande schermo centrale. E poi… è una Citroën, quindi con vani dappertutto: in mezzo al tunnel, sotto al sedile del passeggero, sulle portiere; impossibile non trovare il posto giusto per piazzare qualsiasi oggetto. Vogliamo esagerare? Mettiamoci anche la presa a 220 V inserita nel bracciolo, adatta a collegare un notebook o qualsiasi apparecchio elettrico che non abbia un assorbimento esagerato. Il vano di carico è regolare, per 370 litri di capacità.DRIVEA bordo della DS4 si percepisce una buona qualità. Comandi ben realizzati, cambio morbido e preciso, pulsanti al volante con un feeling ottimo. Si capisce che nel creare la serie DS in Citroën hanno voluto offrire qualcosa in più per quel che riguarda la vita a bordo. Avviamo il motore: poco rumore pochissime vibrazioni. Primo indizio: è un auto francese. Secondo indizio: c’è molta “aria” tra ruote e parafanghi. Risultato: ti aspetti che la guida sia da auto tranquilla, una pacioccona un po’ dondolante. Invece la DS4 stupisce fin dalla prima rotonda: ha un telaio eccellente, è assettata alla grande.Poco rollio, poco beccheggio, il che significa che l’auto è precisa in inserimento di curva, ben appoggiata in percorrenza, ottima in frenata. Insomma, l’anima da coupé emerge prepotente una volta che ci si impossessa del volante della DS4, perché questa Citroën riesce a essere semplice e sicura per il guidatore tranquillo, e appagante per chi ama la guida spinta. L’allestimento che abbiamo in prova è lo Sport Chic, che alla dotazione base aggiunge cerchi in lega da 18 pollici, sensori di parcheggio e la presa 230 V. Un allestimento top, per l’occasione abbinato al motore turbodiesel più potente, il 2.0 litri HDI da 163 cv (340 Nm il picco di coppia ottenuto a 2.000 giri), che con il suo temperamento sportivo si sposa perfettamente con la guida dinamica che la DS4 è in grado di offrire.Silenziosa e comoda sempre, sportiva quando ti prendono i 5 minuti, la DS4 mostra in effetti una doppia anima. L’HDi è un motore ben fatto e anche in questa configurazione molto tirata non perde una delle sue doti principali, cioè la spinta corposa fin dai regimi più bassi. Buona coppia del motore e peso non così elevato della DS4 lavorano insieme per offrire ottime prestazioni. Bastano 9”3 secondi per il classico 0-100 km/h; la velocità massima è di 212 km/h. Le prestazioni sono ottenute con un occhio ai consumi: in effetti guidando senza fretta non è difficile avvicinare (ma non raggiungere) i 20 km/litro promessi dalla cartella stampa; durante la prova mi dimenticavo letteralmente di fare gasolio perché il serbatoio da 60 litri sembrava non volersi proprio svuotare. 

 

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