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All’Eroica dietro un plexiglas

QUALCHE MITO DA SFATARE

E di fatica vera all’Eroica ce n’è tanta, per chi si mette alla prova sui percorsi più lunghi. Ciclisti che pedalano dalle 5 di mattina alle 8 di sera, che partono e arrivano con il buio. “Mah, roba da vecchi…” ho sentito dire. Non mi è sembrato: l’età media di chi sudava sui 209 km per 3.200 m di dislivello o sui 115 km per 2.400 m (anche più duro di quello da 135 km per 2.300 m) era intorno ai 40 anni. Ho visto gambe depilate, polpacci guizzanti, quadricipiti scolpiti e udito una moltitudine di accenti stranieri, distanti anche un Oceano.
“Mah, tanta gente che non sa pedalare…” Vero, ma anche alle granfondo c’è da giocare il jolly ad ogni rotonda e in discesa. Che facciamo, si organizza un esame di ammissione? Allora alla maratona di New York facciamo partire solo chi rulla correttamente e fa venti metri di skip senza incespicare! Certo, pedalare su terreni così vari e fondi anche molto sconnessi non è facile e scivolare è da mettere in preventivo, ma fa parte del gioco e ognuno deve essere conscio dei propri limiti.

Sabato è il momento della scoperta. I dati ufficiali parlano di 7.000 iscritti e oltre 12.000 presenze. Girovaghiamo per il borgo,  cercando volti, oggetti, dettagli e gesti fino all’ora della Cena degli Eroi, eroi che però sono quasi tutti già in branda visto che la mattina partiranno alle 5. Anche noi ci eravamo riproposti di farlo, ma quando alle tre e mezza di domenica suona la sveglia faccio finta di non sentirla e mi convinco che anche se arriviamo a Gaiole alle 6 la magia della partenza a lume di torcia riusciremo a coglierla altrettanto bene…

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