DRIVE
Dentro, la nuova Kia e-Soul non stupisce con troppi effetti speciali: nonostante i tweeter integrati nelle bocchette aria laterali, scenografici inserti in metallo sui pannelli porta e la strumentazione digitale monocolore, sembrerebbe di trovarsi all’interno di un’auto tradizionale. A tradire la presenza del powertrain elettrico il manopolone al posto della leva cambio e i paddle dietro al volante, che qui gestiscono 4 livelli di frenata rigenerativa.
SI VEDE SEMPRE BENE
In ogni caso, il design “boxy” della e-Soul – che solitamente si ama o si odia – regala un indiscutibile pregio: l’ottima visibilità, specie davanti. Nel traffico la nuova e-Soul si muove agile, scatta con prontezza al semaforo e assorbe bene gran parte delle asperità. Bisogna solo prendere confidenza con la frenata rigenerativa e con la modulabilità del pedale centrale, non proprio precisa al millimetro ma in linea con quella di altre elettriche.
QUASI DIVERTENTE
La sorpresa arriva quando si mettono le ruote fuori dalle mura: selezionata la modalità Sport, la Kia e-Soul Long Range, quella con il motore elettrico da 204 cv, si è dimostrata capace di toccare i 180 km/h di tachimetro – sulle autostrade tedesche, nei dintorni di Francoforte – ma anche di concedere qualcosa in più rispetto al passato al piacere di guida. Fatta eccezione per una certa quantità di beccheggio in accelerazione, il rollio è contenuto e la tenuta di strada davvero niente male, anche alzando il ritmo. Allineato al “mood” brioso anche lo sterzo, un bel compromesso fra un comando turistico e uno più spinto.
FATE DUE CONTI
Il consumo medio durante il breve test – circa 60 km, principalmente in extraurbano e autostrada – è stato di 17,9 kWh/100 km, con un’andatura però piuttosto spedita. Salito in auto, a batterie piene, il computer di bordo della nuova Kia e-Soul indicava un’autonomia di 405 km, che sono scesi a poco meno di 350 a fine prova. Curata anche l’insonorizzazione, con pochi fruscii e rumore di rotolamento (con pneumatici estivi) davvero contenuto.