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Mitsubishi L200 2.2 DiD Chiedimi se sono felice

Come segno di protesta nei confronti delle auto maltrattate, abbiamo liberato il nuovo L200 nel suo ambiente naturale, lasciandolo sfogare per due giorni.

Se esistesse un Movimento per la Liberazione dei Pick-up, ne sarei il presidente. Perchè? Provate a chiedere a un’auto cosa ne pensa del suo guidatore e delle privazioni che la costringe a sopportare…

DNA INESPRESSO

Lo abbiamo fatto con il rinnovato pick-up Mitsubishi L200, una di quelle auto che, nonostante il DNA zeppo di cromosomi di un certo tipo, si trova a non poter esprimere il suo carattere tranne che per qualche sprazzo di esistenza. Che significa? Semplice: nato con eccellenti doti di resistenza alla fatica, capacità di tirarsi fuori dai guai, tanta voglia di lavorare, si trova perlopiù a condurre una vita incolore, fatta di noiosi trasferimenti in autostrada e parcheggi sui marciapiedi. Dunque? Dunque non è felice. Per nulla.

UNCHAIN MY HEART

Così abbiamo deciso di liberarlo dalle catene, facendolo vivere per qualche giorno come avrebbe sempre desiderato. Qualche decina di chilometri di autostrada sono stati indispensabili per raggiungere la nuova vita, ma il nostro L200 non si è lamentato. Mitsubishi gli ha infatti innestato anche qualche cromosoma da “perfetto viaggiatore” e la vita a bordo risulta confortevole: poco rumore, sedili comodi, abitacolo curato nei materiali e nelle finiture, la ricca dotazione di ADAS e infotainment, il nuovo motore da 2.2 litri ricco di coppia, che beve relativamente poco e conduce senza tentennamenti (e senza grandi emozioni) alla meta.

EMOZIONI SPORCHE

Ma le emozioni non è dal motore che bisogna aspettarsele, o meglio non in queste condizioni di marcia, in cui peraltro il cassone vuoto determina un certo alleggerimento dell’asse posteriore. Gli occhioni dell’L200, nuovi come tutto il frontale, cominciano infatti a brillare quando, lasciata la provinciale, imbocchiamo una stretta stradina ancora innevata, che si snoda dentro un bosco di castagni. Ci chiede di inserire la trazione integrale. Lo assecondiamo: giriamo il comando accanto alla leva del cambio su “4H”, selezioniamo la modalità di guida off-roadMud/Snow” e ci muoviamo in perfetto controllo per qualche chilometro, fino a un grande cancello di ferro, bianco. Al di là, comincia il parco della smisurata tenuta in cui passeremo qualche giorno insieme.

AL SERVIZIO DELLA NATURA

Il giorno seguente sveglia all’alba, bisogna andare a portare da mangiare agli animali. Giù la sponda, riempiamo il cassone di fieno, carichiamo il forcone e ci muoviamo nella neve fino al recinto. Le dimensioni del nuovo L200 sono importanti ma zigzagare fra castagni e abeti non è difficile.Ho appena il tempo di scendere dall’auto e saltare dietro, che la mucca è già lì accanto a reclamare il suo pasto, il toro invece si avvicina piano piano, più diffidente e comincia a strusciare il testone contro la sponda facendomi quasi perdere l’equilibrio. Poi capisce che non deve avere paura del bestione nero con le ruote e, senza aspettare che gli scarichi la colazione, comincia a servirsi direttamente dal cassone.

SENZA PAURA

Finita la colazione, chiediamo all’L200 di accompagnarci a fare legna, l’attività che occuperà il resto della giornata: a riscaldare tutta la casa ci pensa solo una stufa e così la scorta deve essere abbondante. Molta la trasportiamo facendo la spola da un riparo coperto a casa, ma altrettanta dobbiamo andare a cercarla e tagliarla nei boschi. Alle quattro ruote motrici aggiungiamo anche il blocco del differenziale centrale (basta un altro scatto della manopola su “4HLc“) e superare anche ripide rampe coperte di neve sembra divertire il nostro pick-up. Ogni tronco che gli carichiamo sul cassone sembra accompagnato da un “Dai, dai che c’è ancora posto”. Il problema in effetti sono le nostre schiene. Ridiscendere a valle non è una preoccupazione, il descend hill control permette infatti di mantenere la velocità impostata senza bisogno di toccare il pedale del freno.

CARICA, GUIDA, RIPETI…

In inverno e in mezzo al bosco il buio arriva in fretta e il meritato riposo pure. Anche la mattina successiva comincia portando la colazione alla coppia con le corna, ma prosegue con un programma inedito, il trasloco delle api. La nevicata dei giorni precedenti è arrivata improvvisa, le arnie sono rimaste là dove hanno passato estate e autunno e ora bisogna spostarle. Per raggiungerle si devono attraversare un bosco e una radura, guidando su quaranta centimetri di neve non battuta, ma arriviamo a destinazione senza intoppi, anzi, divertiti. Le arnie sono molte e sul cassone dell’L200 a doppia cabina non ci stanno tutte, così facciamo tre viaggi. Qualche ape non gradisce gli scossoni ed esce a vedere cosa succede. Per fortuna è intontita dal freddo, così preferisce tornare dentro a continuare il letargo. Terminato il salvataggio, in cielo c’è ancora luce e così decidiamo di regalare alla nostra compagna un’altra emozione. Le ridotte… Selettore su “4LLc” e siamo pronti a cercare i passaggi più infidi, dove oltre alla neve, sulle ripide stradine ci sono anche pietre e tronchi.Il piacere dura poco ma è davvero intenso e lei sembra gradire. Ritornerà a Milano sporca e contenta, con il cassone rigato dai tronchi e la sponda segnata delle corna del toro, ma quando nel parcheggio dell’Esselunga o sul marciapiedi sotto casa incontrerà un suo simile, potrà spiegargli cos’è la felicità.

SCHEDA TECNICA

Motore: 4 cilindri, 2.2 Di-D, 150 cv / 400 NmCambio: automatico a 6 marceTelaio: longheroni e traverse con sospensioni posteriori a balestraDimensioni: lunghezza 5.225 mm, larghezza 1.815 mm, luce a terra 205 mm, passo 3.000 mmAngoli attacco/uscita/rampa: 30°/22°/24°Portata: 965 kgConsumi: 8,7 l/100 kmColorazioni: 9 varianti

Foto HLMPHOTO-Martina Folco Zambelli

 

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