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Suzuki V-Strom 1050XT Evoluzione della specie

Per sopravvivere nella jungla delle maxi enduro non basta essere buone, bisogna anche essere belle: per la stirpe V-Strom il futuro è garantito.

RIDE

Prima ancora di salire in sella e girare la chiave, già sapevo cosa sarebbe successo. Avrei ritrovato lo stesso piacere di guida della “vecchia” V-Strom e un feeling amplificato dalla tecnologia che fino a ieri era mancata.

MEGLIO DI PRIMA

Cosa mancava alla V-Strom per competere ad armi pari con le altre protagoniste del settore? Due cose: un look più contemporaneo e un’elettronica all’altezza. Il primo, a mio gusto, è azzeccato, ma ognuno lo valuterà secondo i propri canoni estetici. Che invece sia buona anche la seconda è la strada a raccontarlo e il giudizio è oggettivo. In particolare sono stati i 120 km percorsi fra sterrato e asfalti asciutti, umidi e bagnati a raccontarci di prestazioni esuberanti ma sempre sotto controllo e di un feeling immediato.

EMOZIONI PER TUTTI

Il pregio della V-Strom è sempre stato questo. Essere una motocicletta di facile interpretazione, con un bel motore generoso, pieno e fluido, accompagnato da una ciclistica all’altezza in ogni situazione. Naturale guidare veloci, sempre in controllo e con un buon comfort, quasi con sensazioni da maxi naked. Oggi, questo pregio è sottolineato dall’aggiunta dell’elettronica, che rende la V-Strom 1050 ancor più immediata e godibile. I 7 cv guadagnati in potenza massima (forse l’unico caso al mondo di motore che non ha patito l’evoluzione a Euro 5) sono accompagnati da un leggero innalzamento del numero di giri a cui si ottengono. Questo modifica leggermente il carattere del V-Twin, che guidando ai limiti inferiori del range ottimale di rotazione obbliga a lavorare un po’ di più con il cambio, mentre offre una spinta maggiore quando il motore gira più alto.

SOTTO CONTROLLO

Quelli che servono, facili da impostare ed efficaci. Sono i controlli elettronici che aggiungono qualità alle prestazioni della nuova V-Strom 1050. Le tre mappe motore lavorano sulla risposta del gas, con quella intermedia eletta a scelta migliore (anche sullo sterrato) per linearità dell’erogazione, mentre la più cattiva “Full” è fin troppo brutale nella primissima parte della risposta e dunque ideale solo per pochi chilometri della nostra prova. Sull’asfalto bagnato, invece, abbiamo apprezzato la delicatezza della mappatura più soft (“Rain“, appunto…), che ha aiutato in modo impeccabile nella gestione del retrotreno. Tre livelli anche per il traction control, che può essere disinserito per fare i tamarri sullo sterrato o in uscita dai tornanti umidi. Non è invece disinseribile l’ABS cornering, ma solo regolabile su due livelli di invasività, una opzione che, guidando in off-road, è a volte gradita.A proposito di elettronica, peccato non sia previsto il quickshift nemmeno fra gli optional, accessorio che su una moto con queste caratteristiche è apprezzabile. Tutta manuale (ma immediata), invece la regolazione del plexiglas, sufficientemente ampio per togliere il grosso dell’aria da busto e casco.

PIÙ STRADA CHE FUORI

In Suzuki, come ho già detto, la chiamino Sport Enduro Tourer, ma la nuova V-Strom 1050XT è orientata principalmente alla guida su strada. In primo luogo per le sue caratteristiche dinamiche, quindi per la posizione di guida. Nonostante i fianchi stretti che permettono di stringerla bene fra le ginocchia, l’efficace rivestimento antiscivolo della sella e le pedane con gommini staccabili, il manubrio si trova infatti un po’ troppo in basso, quando ci si alza sulle pedane. Inoltre, le Bridgestone Battlax Adventure A41 di primo equipaggiamento sono gomme prettamente stradali. Non fraintendete, per esplorare gli sterrati delle colline senesi e qualsiasi altra strada bianca, i problemi sono zero, se però si vogliono affrontare terreni più impegnativi, su questi due aspetti si deve intervenire (peraltro in modo semplice e poco oneroso).

DULCIS IN FUNDO

Ora che anche la V-Strom si è evoluta, nell’arena delle maxi enduro (a chiamarle in altro modo proprio non ce la faccio) è scesa un’altra protagonista. Un bene per chi apprezza questo genere e si sentiva un po’ orfano di Suzuki e una ulteriore gatta da pelare per le concorrenti, che hanno perso quel vantaggio di cui hanno goduto fino a ieri.

 

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