L’auto elettrica, forse, sta uscendo dalla dimensione di eterna promessa. Il forse è obbligatorio, dal momento che, nei primi 8 mesi del 2019, la quota di mercato non ha superato lo 0,5%. Del resto, attorno all’auto a batterie c’è ancora molto scetticismo, dovuto a limiti oggettivi, ma anche ad alcuni pregiudizi; dopo vedremo quali. Detto questo, è innegabile che da qualche tempo qualcosa stia cambiando. Ecco che cosa.
Il numero di colonnine è in continua crescita
Per una volta, non partiamo dall’auto in senso stretto. Cominciamo dunque dalle colonnine, nello specifico quelle che offrono una potenza di ricarica superiore agli 11 kW (quelle meno potenti, per le auto di ultima generazione, sono decisamente sottodimensionate). Secondo un rapporto di Legambiente, sono in aumento un po’ ovunque. In Lombardia si è passati dai 519 punti del 2018 ai 1.134 del 2019 (anno ancora da chiudersi…). In Emilia Romagna da 239 a 464, in Piemonte addirittura da 86 a 488, in Trentino Alto-Adige da 354 a 709. Bene anche al Sud: da 7 a 48 in Abruzzo, da 0 a 79 in Calabria, da 31 a 104 in Campania, da 24 a 126 in Sicilia, per citare alcuni esempi. Ciò non toglie che qualche criticità rimanga. L’offerta di punti di ricarica, per esempio, è nettamente sbilanciata in favore delle città e dei punti di aggregazione come i centri commerciali.
Un’offerta sempre più elettrica
Ed eccoci alle auto: il Salone di Francoforte 2019, fra le (non moltissime, in verità) novità ne ha annoverate molte a batteria. In ordine alfabetico, Honda e, MINI SE, Opel Corsa-e, Porsche Taycan, Volkswagen ID.3. Auto diversissime fra loro ma con due elementi in comune: il fatto di essere elettriche e vicine alla commercializzazione. A queste vanno aggiunte, fra le altre elettriche di recente introduzione sul mercato, Audi e-tron, Hyundai Ioniq e Kona elettriche, Mercedes EQC, Peugeot e-208 (strettissima parente della Opel Corsa-e), nuova Renault ZOE. Ciò testimonia una volta di più che la strada verso l’elettrico è stata intrapresa. Dove conduca e quanto sia “scorrevole” è tutto da vedere, ma il cambiamento è in atto.
Prezzi, anzi costi in calo
Parlare di prezzo di listino, ormai, è anacronistico. A maggior ragione per le auto elettriche. Oggi e ancor di più negli anni a venire si parlerà sempre di più di formule di utilizzo: a una determinata cifra mensile corrisponde un preciso pacchetto di servizi, oltre ovviamente all’auto. Si prenda come esempio il Gruppo PSA, che per la Peugeot e-208 propone un canone mensile di soli 60 euro più alto se confrontato a quello delle versioni a benzina e a gasolio (con durata predeterminata del contratto e un numero di km prestabilito, in questo caso 48 mesi e 60.000 km): 349 euro contro 289. Nel caso invece la voleste comprare, il prezzo è di 33.400 euro. Meno di 30.000 euro è invece la base di partenza della Volkswagen ID.3, anche se al momento non si conoscono ulteriori dettagli. Ben più cara invece la Honda e, anche perché si tratta di una citycar o poco più: da 35.500 euro. A tutti questi numeri vanno però scontati gli incentivi statali, regionali, e anche provinciali. Qui sotto il dettaglio.
Auto elettriche, fino a 11.000 euro di bonus “eco”
E’ notizia di pochi giorni fa che le misure di incentivo all’acquisto di un’auto elettrica sono cumulabili. In altre parole, se avete la fortuna di abitare in una Regione o in una Provincia che mette a disposizione dei bonus di questo genere, potete sommarli a quelli statali. Per capirci meglio, parliamo di cifre. Partiamo dall’Ecobonus statale: è di 4.000 euro per le auto con emissioni fino a 20 g/km di CO2 (in pratica solo le elettriche). 1.500 euro, invece, per le vetture con emissioni fra 21 e 70 g/km (ciclo NEDC). La misura, questo è molto importante, vale anche per i leasing. L’ecoincentivo aumenta di altri 2.000 e 1.000 euro (per un totale di 6.000 e 2.500 euro) nel caso si rottami un’auto Euro 1, 2, 3, 4 (chissà perché non una Euro 0). C’è poi la possibilità di cumulare gli incentivi statali con quelli regionali e provinciali: in alcuni casi si può arrivare a un totale di 11.000 euro totali di bonus. Questo accade in Friuli Venezia-Giulia, nelle province di Trento e Bolzano e in Emilia Romagna.
Si allungano gli spazi tra una ricarica e l’altra
Ultimo, ma non meno importante, l’autonomia è un altro fattore che tuttora limita la diffusione dell’auto elettrica. Negli ultimi anni, però, le distanze si sono decisamente allungate, senza contare che sempre più spesso si potranno scegliere pacchi batteria su misura. Volkswagen, per esempio, per la ID.3 offre tre varianti: 77, 58 e 45 kWh. L’autonomia, secondo il ciclo Wltp, è di 550, 420 e 330 km rispettivamente. Sono due anche le Nissan Leaf: la “base”, da 110 kW di potenza e 242 km di autonomia, e la e+, da 157 kW e 385 km di autonomia (in entrambi i casi calcolati su base WLTP). 330 sono i km promessi invece per Opel Corsa-e e Peugeot 208-e. Salendo decisamente di livello, l’Audi e-tron promette 400 km tra una ricarica e l’altra (nella versione top di gamma); stessa distanza della Mercedes EQC con batteria da 80 kWh.