Si chiama Townstar ed il più compatto dei veicoli commerciali leggeri firmati Nissan: si posiziona al di sotto del Primastar e dell’Interstar, a loro volta edizioni aggiornate dei già noti NV300 e NV400. Dunque il nuovo nato raccoglie, di fatto, l’eredità dell’NV250 e del full-electric E-NV200, ed è perciò proposto anche con un motore a corrente da 122 CV; l’alternativa è un’unità a benzina che di cavalli ne ha 130. E il diesel? Non c’è: Nissan l’ha abolito, in coerenza con le scelte attuate per la propria gamma di autovetture. Il Townstar viene costruito nello stabilimento francese di Maubege, sulla medesima piattaforma (la CMF-CD, frutto dell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi) del “cugino” Renault Kangoo. Modello, quest’ultimo, per il quale la motorizzazione a gasolio è però ancora disponibile.
Se due sono le motorizzazioni, altrettante sono le versioni: si può scegliere fra la Van e la Combi. La prima identifica un furgoncino commerciale vero e proprio, dunque con abitacolo a due posti (o anche monoposto) separato dalla zona posteriore; alla zona di carico si accede da una o due porte laterali scorrevoli, o dal retro tramite portelloni a doppio battente di ampiezza differenziata (60:40), quindi con apertura ad armadio. La Combi mantiene le porte posteriori scorrevoli ma, essendo destinata al trasporto passeggeri, ha due file di sedili e finestrature complete; il relativo bagagliaio è un amplissimo e versatile vano rivestito in moquette (mentre nel Van rimane a vista la lamiera verniciata), servito da un classico portellone incernierato in alto.
Facciamo due passi
Due anche le due lunghezze disponibili per la carrozzeria: 449 cm da paraurti a paraurti nel caso della L1, oppure 491 cm per la L2, che ha pure il passo maggiorato ed è leggermente più alta (184 cm contro 181). Logico che queste misure si riflettano sulla capacità di carico: il Van L2 offre ben 4,9 m3 contro i 3,9 m3 disponibili sull’L1; tuttavia, la versione a passo corto dispone pur sempre un pavimento in grado di accogliere due europallet, vanta 800 kg di portata e può trainare fino a 1.500 kg. Passando al Combi, il volume disponibile per i bagagli vale la bellezza di 775 litri con i cinque posti in uso, ma come in tutte le multispazio si può variare la configurazione dei sedili per ampliarlo in base alle proprie esigenze.
Sia il Townstar Van, sia il Combi, sono disponibili con entrambi i powertrain citati sopra, quindi a benzina oppure elettrico. In occasione della recente presentazione alla stampa italiana, avvenuta a Roma, Nissan ha mostrato (staticamente, quindi senza ancora la possibilità di un test su strada) soltanto la versione a benzina, che è mossa da un 1.3 turbo da 130 CV e 240 Nm di coppia; si tratta di un quattro cilindri omologato Euro 6d-Final e abbinato esclusivamente a un cambio manuale a 6 rapporti.
L’elettrico promette 285 km di autonomia
A conferma dell’orientamento in merito, la Casa tiene a sottolineare che il progetto Townstar è, comunque, nato per essere elettrico, e che è proprio sulla motorizzazione a batteria che si punta nel medio-lungo periodo. Si tratta di una strategia che da un lato risponde al trend positivo del mercato dei veicoli commerciali leggeri (+2,1% nei primi otto mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2020, dunque in controtendenza rispetto a quello dell’auto), e dall’altro all’esigenza di assecondare lo sviluppo dell’e-commerce: il progressivo incremento del numero di “consegne dell’ultimo miglio”, ossia a domicilio del cliente, spingerà la diffusione dei veicoli a emissioni zero.
Il Townstar “alla spina” ha 122 CV e una coppia massima di 245 Nm. L’unità elettrica, collocata anteriormente – la trazione è davanti, come nel modello a benzina – è alimentata da una batteria da 44 kWh, contro i 40 kWh di quella dell’uscente e-NV200; l’accumulatore sfrutta inediti sistemi di raffreddamento e di gestione dell’energia, e secondo Nissan assicura fino a 285 km di autonomia calcolati con ciclo WLTP (il dato è in corso di omologazione). Utilizzando una colonnina rapida in corrente continua, può essere ripristinato l’80% della capacità in circa 42 minuti; la presa per il cavo di ricarica è nel frontale, celata dal logo al centro della calandra (la quale, per conformazione, differisce leggermente da quella della versione a benzina).