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Eccellenze italiane: Michele Alboreto e il sogno – realizzato – di Le Mans

Alcuni anni dopo aver sfiorato il Mondiale di F1 con la Ferrari, si riscatta in terra francese

GRANDE PILOTA, PERSONA CON I PIEDI PER TERRA

Vincere una gara come la 24 Ore di Le Mans potrebbe far perdere il contatto con la realtà. Non a una persona solida come Alboreto; anzi, lui non eccede nemmeno nei festeggiamenti. Non fa parte del suo stile. Non perché non sappia dare valore alle cose, ma perché ha una vita, al di fuori dell’abitacolo.Per Alboreto (come racconta chi l’ha conosciuto da vicino) la famiglia viene prima di tutto. E non è retorica. Sua moglie e le sue due figlie lo possono confermare tuttora, 19 anni dopo la sua morte. Ecco, a differenza di tanti altri papà, è molto, infinitamente più veloce quando si mette al volante.

  1. Il trionfo a Le Mans
  2. Il pilota “della porta accanto”
  3. La passione per le automobili prima di tutto
  4. Arrivare in Formula 1 grazie ai risultati. E basta
  5. Velocità e tecnica
  6. Qualsiasi auto, basta gareggiare
  7. L’ultimo giro
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