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Eccellenze italiane: Michele Alboreto e il sogno – realizzato – di Le Mans

Alcuni anni dopo aver sfiorato il Mondiale di F1 con la Ferrari, si riscatta in terra francese

IL TRIONFO ALLA 24 ORE DI LE MANS

E pensare che quest’anno, salvo improbabili soluzioni repentine all’emergenza Coronavirus, la 24 Ore di Le Mans nemmeno si correrà. Del resto, purtroppo, ci stiamo abituando al continuo annullamento di appuntamenti, sportivi e non, che erano ormai parte della nostra routine. In ogni caso, 23 anni fa è un italiano a tagliare per primo il traguardo sul difficilissimo circuito della Sarthe. Lo fa al volante di una vettura con telaio TWR, motore Porsche, gestita dal team Joest. In equipaggio insieme a lui, l’ex compagno in Ferrari, Stefan Johansson, e Tom Kristensen, il pilota danese che successivamente ne avrebbe conquistate altre 8, fissando il record di 9.Due anni dopo la vittoria, Alboreto viene scelto da Audi come pilota ufficiale, sebbene tramite il team Joest. Nel 2001 arriva la la sua ultima vittoria della carriera: mette in bacheca la 12 Ore di Sebring in equipaggio con Capello e Aiello. A testimonianza della professionalità di Alboreto c’è un piccolo aneddoto. Grande appassionato di moto, Michele ha un’Harley-Davidson. Rispettoso delle regole imposte da Audi non la tocca più, nel momento in cui firma il contratto con i tedeschi.

  1. Il trionfo a Le Mans
  2. Il pilota “della porta accanto”
  3. La passione per le automobili prima di tutto
  4. Arrivare in Formula 1 grazie ai risultati. E basta
  5. Velocità e tecnica
  6. Qualsiasi auto, basta gareggiare
  7. L’ultimo giro
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