Il concetto di automobile sta cambiando radicalmente e la tecnologia che permette la guida autonoma è uno di quei traguardi che, potenzialmente, è in grado di stravolgere il modo di vivere le auto. È ancora presto per dire addio a volante e pedali ma, tra l’intelligenza artificiale e la mole di dati a disposizione, le auto moderne continuano a sorprendere per quanto velocemente si siano “accaparrate” una notevole dose di compiti e responsabilità, precedentemente delegate al guidatore.
Dai primi controlli elettronici l’evoluzione è stata impressionante e, con un focus sulla sicurezza, i moderni sistemi di assistenza alla guida permettono non solo di rendere i viaggi più confortevoli ma anche di ridurre al minimo i potenziali errori, aumentando la percezione del guidatore grazie a radar, telecamere e sensori vari. Al momento si parla di livelli di guida assistita – quella autonoma vera e propria sarà tale solo dal livello 5 – e molte autovetture sembrano pronte a macinare chilometri senza l’intervento del guidatore. Tuttavia, la realtà è un’altra. Oltre a una maturità tecnologica ancora da raggiungere, occorre superare il rigido scalino legislativo imposto da governi ed enti normatori. In fatto di sicurezza non si scappa ma Mercedes e Honda sono riuscite dove Tesla non è ancora arrivata: l’omologazione per la guida condizionata (livello 3) su strade pubbliche.
Mercedes “toglie le mani dal volante”
Partiamo da Mercedes: la tecnologia in questione è il sistema Drive Pilot di Mercedes – qui il sito ufficiale – attualmente al livello 3 di guida autonoma secondo la classificazione SAE. Al momento disponibile su Mercedes Classe S e Mercedes EQS – qui la prova completa del collega Adriano Tosi della EQS 580 4Matic – questo sistema di guida condizionata permette legalmente di distrarsi alla guida in alcune circostanze, a condizione che si rimanga comunque pronti a riprendere il controllo della vettura entro un determinato numero di secondi.
I vincoli attualmente in vigore permettono il funzionamento del sistema solo su alcuni tratti autostradali tedeschi – si parla di oltre 10.000 km di autostrade su cui Mercedes ha previsto di utilizzare queste funzioni del Drive Pilot – e fino a una velocità massima di 60 km/h. In altre parole, in caso di traffico intenso o moderato l’autopilota di Mercedes è in grado di occuparsi di tutto – riconosce incidenti, lavori stradali e veicoli di emergenza – permettendo al guidatore di utilizzare lo smartphone o distrarsi come meglio crede.
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In caso di emergenza, o quando le condizioni non sono più rispettate, il Drive Pilot di Mercedes avviserà il conducente di riprendere il controllo quanto prima, arrestando in sicurezza il veicolo nel caso di mancata risposta del guidatore. Tutto questo è possibile grazie a una sensoristica avanzata (sensori perimetrali, radar laser, telecamere e microfoni) e a una mappa digitale in alta definizione in grado di fornire informazioni quali la conformazione della strada, la tipologia di percorso o dettagli sul traffico. A seguire il video di presentazione ufficiale di Mercedes-Benz.
Essendo sempre un livello 3 di guida autonoma – quindi un “supporto al guidatore” più che un “sistema di guida autonoma”, come da classifica SAE – il guidatore deve essere pronto a riprendere il controllo del veicolo quando indicato. Nella corsa “all’auto del futuro” questa limitazione lascia – per il momento – la responsabilità di un possibile incidente sempre nelle mani del guidatore. Con l’obiettivo di lanciare la guida autonoma di terzo livello su larga scala, Mercedes sta conducendo test negli Stati Uniti e ha discusso con le autorità cinesi per l’introduzione del Drive Pilot nel paese asiatico.
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Guida autonoma livello 3 Mercedes: video ufficiale
Gli altri costruttori attivi nella guida autonoma
Non dovremo attendere ancora molto prima di vedere altri costruttori omologare i rispettivi sistemi di guida autonoma sulle strade pubbliche. Al momento, oltre che in Germania, l’unico paese in cui sono stati definiti tratti di strade pubbliche adatti alla guida autonoma condizionata è il Giappone. Honda ha colto l’occasione per lanciare il suo sistema di guida autonoma livello 3 Sensing Elite a bordo della Legend Hybrid EX (modello non disponibile in Europa).
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Oltre a Honda troviamo poi la già citata Tesla – al momento (legalmente) ferma al livello di guida autonoma 2 – oltre ad Audi e BMW. Dei due marchi tedeschi, BMW sembra essere il più attivo con la speranza di lanciare la sua guida autonoma di livello 3, sulla Serie 7 Sedan, entro quest’anno. Stellantis si è accodata: in accordo con BMW introdurrà questo sistema sulle proprie auto a partire dal 2024. Audi, tra le prime a lanciarsi nella guida autonoma nel 2017 con la A8 Sedan, ha abbandonato gli sforzi in Europa e Stati Uniti nel 2020.
Chi ha deciso di continuare le fasi di test è Volvo. Il suo sistema di guida autonoma Ride Pilot – o come preferisce chiamarlo Volvo “sistema di guida autonoma senza supervisione” – verrà testato sulle strade californiane, inizialmente solo su tratti autostradali. Ride Pilot dovrebbe debuttare sulla futura ammiraglia elettrica di Volvo che approderà in gamma tra l’XC60 e l’XC90. È importante sottolineare che, a differenza di Mercedes, quando il sistema è attivo, Volvo afferma di assumersi la responsabilità della guida.
Honda Sensing Elite: test sulla guida autonoma
https://www.youtube.com/watch?v=ot8PEPSYw3A&ab_channel=MoterWorld