Dal carburatore ai campi magnetici
Quando aprire il cofano e mettere le mani sul carburatore per regolare la miscela aria-benzina era la normalità, la Opel Manta faceva il suo ingresso in scena con motore anteriore, longitudinale, alimentato proprio a carburatore. Due le declinazioni di cilindrata (1,6 e 1,9 cm3) e 90 CV di potenza massima – Opel Manta non voleva essere un’auto sportiva bensì una familiare accessibile con tutte le carte in regola per competere con modelli come Ford Capri, Fiat 124 Sport Coupé o le Renault 15 e 17.
Oggi la ritroviamo con un propulsore zero emissioni – almeno per quanto riguarda la sola marcia del veicolo, senza tener conto dell’intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento – da 147 CV e 255 Nm di coppia disponibile fin da subito. La batteria da 31 kWh di capacità dovrebbe garantire un’autonomia intorno ai 200 km, dato non ancora confermato vista l’unicità dell’esemplare.
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Per quanto riguarda la ricarica delle batterie, Opel Manta GSe è equipaggiata con un caricatore da 9 kW adatto alla ricarica in corrente alternata (monofase o trifase). Con questo livello di potenza, la ricarica completa delle batterie avviene in meno di quattro ore. Ipotizzando di utilizzare una presa domestica da 3,3 kW la ricarica avverrebbe in poco più di 9 ore. Inoltre, è importante sottolineare il recupero dell’energia cinetica in frenata, al pari delle moderne soluzioni adottate da Opel Corsa-e e Mokka-e.