Il SUV diventa coupé
Tra la fine degli anni Novanta e i primi 10 dei Duemila, in BMW non ne sbagliano (quasi) una. La X6 (anno 2008) ne è l’esempio più clamoroso. Un mix stranamente assortito tra un SUV e una coupé. Un’idea su cui nessuno, tranne BMW appunto, scommette un euro. Un’idea che si rivela geniale.La base di partenza è l’X5 di seconda generazione, di cui viene ridisegnata la parte di carrozzeria che va dal montante anteriore al posteriore. Ne escono il profilo di una coupé, ma con quattro porte, il portellone posteriore e un’altezza da terra da SUV. L’auto giusta al momento giusto: nel 2008 il pubblico dei SUV di alta gamma cerca una degna erede della Porsche Cayenne, ormai sul mercato da 5 anni. I numeri parlano chiaro: il successo va oltre le previsioni e l’Italia – sì, l’Italia, Paese economicamente molto diverso da quello attuale – è uno dei mercati principali.Una delle chiavi del successo della X6 è la sua forte rivisitazione tecnica: in BMW si inventano il Dynamic Performance Control, ovvero il controllo elettronico del differenziale posteriore. In pratica, la coppia viene ripartita in modo attivo fra lato destro e sinistro. Nella guida sportiva viene inviata più coppia alla ruota esterna, in modo da agevolare l’inserimento in curva. E siccome la fame vien mangiando, dopo la X6 ecco la X4 e la X2: stesso concetto, applicato però su un formato prima medio e poi compatto.Alto “tradimento”BMW vera, anche se rialzataA sorpresa, sa come far divertireDopo l’X5, l’X3Il SUV diventa coupéLa “sacra” M su un SUVX1, il SUV compattoLa Serie 7 dei SUV