Euro 6 ed Euro 7: i vincoli per Diesel e benzina
L’unità di misura principale è il g/km (grammo al chilometro) e l’obiettivo è quello di ridurre le pericolose sostanze che un’auto con motore a combustione è in grado di emettere durante la marcia. Dall’Euro 1 dall’attuale Euro 6 – declinato nelle sempre più stringenti varianti Euro 6A, 6B, 6C e 6D – abbiamo ridotto notevolmente i limiti massimi degli inquinanti. Questa evoluzione ha portato le varie Case costruttrici, con l’aiuto di aziende terze specializzate, a introdurre importanti novità tecnologiche: dalla marmitta catalitica ai filtri antiparticolato, passando per i recenti sistemi EGR che permettono il ricircolo dei gas esausti.
Costruire propulsori in grado di assicurare i livelli di emissioni imposti dall’Euro 6 è stato difficile; soddisfare lo standard Euro 7, in vigore a partire dal 2026, sembra essere un’impresa titanica, anche perché non bisogna dimenticarsi della sostenibilità economica. I limiti agli inquinati, oltre ad essere ancora più stringenti – in particolare per gli ossidi di azoto (NOX) le cui emissioni non potranno essere superiori a 30 mg/km – dovranno essere rispettati anche a distanza di anni dalla prima immatricolazione. Come? Attraverso la diagnostica di bordo (OBD): per alcune Case questo potrebbe rappresentare l’addio definitivo ai propulsori termici.
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Sistemi di scarico più tecnologici, filtri catalizzatori ed elettroniche di controllo innovative saranno solo alcuni degli aggiornamenti necessari che, oltre a ridurre le emissioni, incrementeranno i costi di produzione. Con la nuova normativa Euro 7, inoltre, non ci saranno distinzioni tra veicoli leggeri e pesanti – come potrebbero essere camion e autobus – e verranno meno le differenze tra i diversi paesi UE in termini di interpretazione delle normative e omologazione.