Ne rimarranno solo…
Difficile dire adesso con esattezza quanti brand continueranno a puntare sul segmento A. Sappiamo però quali sono le Case che, almeno per un po’ di anni, non abbandoneranno il campo: Fiat, Hyundai/Kia, Suzuki e Toyota. Fiat perché sta lavorando alla nuova Panda. Hyundai e Kia perché al di là del fatto che con i10 e Picanto riscuotono un buon successo, essere presenti in Europa in ogni fascia di mercato è questione di posizionamento. Suzuki perché nel proprio DNA ha soprattutto le auto di piccole dimensioni (e presidia già bene il terreno con la Ignis). Toyota perché ha avuto il coraggio di rinnovare l’offerta con la AygoX. Ma vediamo caso per caso il panorama citycar aggiornato a gennaio 2022.
Ford: addio Ka+
Un modello che è già stato eliminato dai listini è la Ford Ka+. In origine, nel 1996, si chiamava Ka ed era un progetto al 100% di Ford Europa. Poi, nel 2008, arriva la seconda generazione, sviluppata sulla base della Panda e costruita negli stabilimenti polacchi di Fiat. Nel 2016, una scelta ancora più drastica nell’ottica del risparmio: la Ka diventa Ka+. In pratica, si tratta dell’auto sviluppata dalla divisione brasiliana del marchio americano e destinata ai mercati in via di sviluppo. Il quarto step, l’ultimo, è quello dell’addio alla Ka+.
Citroën e Peugeot hanno già salutato C1 e 108
Sul mercato dal 2005 (con numerosi e anche profondi aggiornamenti), e fra le citycar più apprezzate in assoluto, le francesi sono uscite dai listini. Prima la Peugeot 108, poi, a gennaio 2022, la Citroen C1. Il fatto però che PSA e FCA abbiano dato vita al Gruppo Stellantis, all’interno del quale c’è Fiat con l’inossidabile Panda, potrebbe dare un’inaspettata seconda vita alle citycar by Citroën e Peugeot. Si tratterebbe di “spalmare” i costi dell’investimento della Panda su più modelli, moltiplicando peraltro le possibilità di vendita. Staremo a vedere. Quanto a Opel, Adam e Karl sono nate prima dell’acquisizione del marchio tedesco da parte di PSA stessa e prima ovviamente di Stellantis. Una citycar Opel, ammesso che mai arriverà, sarebbe a sua volta una “derivazione” della Panda.
E le 3 gemelle diverse del Gruppo Volkswagen, vale a dire Seat Mii, Skoda Citigo e VW up!? Discorso leggermente diverso da quanto visto finora. Il Gruppo Volkswagen non abbandona il segmento della citycar; semplicemente, la Volkswagen ID.1 e i modelli corrispondenti degli altri marchi (da Audi a Skoda, passando per Cupra) saranno 100% elettrici. Detto questo, perché questo “fuggi-fuggi” da una fascia di mercato storicamente importante nel Vecchio Continente?
Alti costi di realizzazione
I clienti, nel segmento A più che in altri, li conquisti soprattutto col prezzo. Il che, se le cifre in ballo sono già “compresse” (in zona 10.000 euro, ma anche al di sotto), significa avere margini di guadagno risicati. Se a tutto ciò si aggiungono normative anti inquinamento sempre più stringenti, che costringono all’adozione di costosi sistemi di abbattimento delle emissioni, ecco che i costi superano gli incassi. Si perdono soldi, per dirla in modo semplice.
Le prospettive future
Alla luce di quanto scritto, si potrebbe dunque ipotizzare un vantaggio competitivo per le aziende che decidano di restare: libere dalla pressione di una concorrenza serrata, potrebbero alzare i prezzi. In realtà, è probabile che il futuro delle auto da città sia quasi esclusivamente elettrico. Basti pensare a smart, per esempio, che ha già annunciato il grande passo di una gamma solo elettrica a partire dal 2020. Oppure a Mini, che non è una citycar pura, ma rimane comunque ampiamente al di sotto dei 4 metri e la variante a batterie l’ha appena presentata. Da non dimenticare infine Fiat, che con la 500e ha già messo un piede nel futuro, pur conservando l’altro nel presente con la 500 a benzina.