GUIDA
Sapete che sono un estimatore della ruota da 19, soprattutto su questo genere di moto. Però devo dire che Yamaha sulla Tracer ha lavorato bene, sulla GT non ho trovato infatti la tendenza a “cadere” in curva tipica del 17 ma quella guida plastica tipica della ruota di diametro più grande che non toglie nulla al gusto di guida, ma ti regala una piacevole sensazione di stabilità. Ecco, questa rotondità fa sì che la Tracer in questa ultima configurazione abbia perso un pelo di quella connotazione motard che aveva la prima versione. Logico, anche perché la moto si è allungata di interasse ma secondo me non ha perso in efficacia di guida perché quando senti il manubrio ben saldo tra le mani alla fine vai più forte.Il motore secondo me è il pezzo meglio riuscito della Tracer, come ho detto il tre cilindri CP3 è un motore “forte”, che ne ha sempre, ha grinta un po’ ad ogni regime e se glielo chiedi ti offre un temperamento sportivo. È assecondato da un cambio elettronico che, purtroppo funziona solo in salita di rapporto e non in scalata, ma che aiuta una trasmissione che non è non così morbida negli innesti. Consumo? Nella mia prova ho rilevato 5,5 litri per 100 km, oltre 18 km con un litro.Che la Tracer 900 GT sia ben bilanciata te ne accorgi quando la guidi nel traffico cittadino dove riesci a fare facilmente Gymkana tra le auto senza quasi nemmeno mettere giù i piedi, oppure nelle svolte strettissime come i tornanti dove resta piacevolmente neutra. Le borse non contengono il casco, vero, ma in città non si fanno davvero mai notare per cui puoi tenerle sempre montate senza problemi perché nel traffico ti muovi molto bene. Ho apprezzato l’assetto come ho già detto, mentre la frenata devo dire è tipicamente giapponese, ovvero ha un attacco morbido e pastoso e richiede magari un piccolo sforzo in più rispetto alle più aggressive frenate europee. Filosofie differenti, quando li chiami a rapporto, però, i freni ci sono.